Diossine e furani
I composti della famiglia delle diossine si formano durante la fase iniziale della combustione, quando essa genera acido cloridrico (HCl) gassoso, in presenza di catalizzatori, quali il rame e il ferro.
Responsabile principale della formazione di composti appartenenti alla famiglia delle diossine è il cloro “organico”, cioè cloro legato a composti organici polimerici, ad esempio il PVC. La presenza di cloro e di metalli nel materiale di rifiuto pone le due principali condizioni per la formazione delle diossine.
Affinché esse si formino devono essere presenti tutte le seguenti condizioni:
• sostanze clorurate, di tipo prevalentemente organico
• metalli di transizione (Fe, Cu, ecc.)
• sostanze che forniscono idrogeno (materiali organici)
• temperature comprese tra 200 e 500 °C
• combustione in difetto di ossigeno
Il letto fluido bollente alimentato con CSS ha bassissimi livelli di emissioni delle diossine in quanto le lavorazioni per la produzione del CSS garantiscono l’eliminazione a monte di alcuni composti che risultano fortissimi catalizzatori nella formazione delle diossine (ad esempio il rame). Inoltre il letto fluido bollente permette una maggiore stabilità della combustione con minori sbalzi di temperatura all’interno della camera di combustione.
Il sistema di combustione permette di mantenere i prodotti della combustione ad almeno 850°C. In questo modo la molecola dei precursori della diossina viene “aperta”, spezzando alcuni dei legami.
Con questa temperatura, mantenuta almeno per 2 secondi, il carbonio viene ossidato e il cloro si separa sotto forma di acido cloridrico, che viene successivamente assorbito dai sistemi di abbattimento e depurazione fumi.
Infine, quale ultima sicurezza, vengono utilizzati i carboni attivi che, grazie alle loro caratteristiche, costituiscono il materiale “principe” per l’assorbimento delle eventuali diossine residue.
Le temperature in camera di combustione sono mantenute sempre fra 850 °C e 1050 °C, con tempo di residenza dei fumi di almeno 3 secondi.
In questo modo i precursori della diossina sono distrutti, il cloro si separa e diventa disponibile alla formazione di altri composti eliminabili sotto forma di sali.
Se la temperatura dei fumi scende al di sotto degli 870 °C il sistema di supervisione avvia i bruciatori ausiliari e al di sotto degli 850°C ferma il sistema di alimentazione del CSS.
Di seguito si riportano i risultati di misurazioni condotte durante i controlli eseguiti sulle emissioni dell’impianto da parte di laboratori certificati e dall’ARPA Puglia.
Come si può leggere di seguito, le emissioni di diossine e furani sono molto più basse di quanto previsto dai limiti di legge: